Il 2020 sarà ricordato come l'anno della pandemia. Ma l'argomento di oggi non è il Covid. Entro ogni giorno in scuole di danza nelle quali affrontiamo un'epidemia per cui non bastano distanze, mascherine e disinfettanti. Sto parlando di TikTok! Le scuole di danza private sono subissate da richieste di mamme (e papà) che vorrebbero tanto iscrivere la loro fanciullina a un corso di questa brillante "disciplina". La sottoscritta, che vive in un mondo suo parallelo (non ho la tv in casa!), fino a qualche settimana fa manco sapeva cos'era. Mi sono documentata. Ho scoperto su Wikipedia che è un social network nato in Cina (dove si chiama Douyin) nel settembre 2016 (ecco perché non ne sapevo nulla... nel settembre 2016 è nato il mio secondo figlio: ero impegnata!). Attraverso l'app si possono creare brevi clip musicali (max 1 minuto) con filtri ed effetti spettacolari. E' molto di moda tra gli adolescenti, alcuni dei quali sono diventati delle vere e proprie...
Si
avvicinano le feste e come tradizione le città si tappezzano di
locandine di vari versioni de Lo
schiaccianoci,
fiaba natalizia per eccellenza. E noi ballettofili ci prepariamo ad
andare a teatro a gustarci questo capolavoro di P. Tchaikovskij,
voluto dal coreografo Marius Petipa e coreografato dal suo assistente
Lev Ivanovič Ivanov (poiché Petipa nel mentre si era ammalato).
Ma
voi sapete che dobbiamo alla penna di Alexandre Dumas padre il
secondo atto del balletto, quello in cui Maria/Masha/Clara ( a
seconda delle versioni ci sono nomi diversi per la protagonista) è
nel regno dei dolci?
Nella
fiaba di Hoffmann Schiaccianoci e il re dei topi (1816) dopo
che la bambina ha tirato la famosa ciabattata al re dei topi la
storia è molto diversa. Cade a terra svenuta e il giorno dopo si
risveglia nel suo letto con una ferita al gomito, che si è procurata
urtando il vetro dello scaffale dei giocattoli. Il padrino le
riporta lo schiaccianoci aggiustato e inizia a raccontare la fiaba
della principessa Pirlipat trasformata in schiaccianoci dalla cattiva
Frau Mauserinks (non so voi ma io me la immagino come la signorina
Drossenmeier con la faccia da topo).
Per
spezzare l'incantesimo bisogna trovare la noce Cratatuc e un giovane
che possa romperla. L'orologiaio Drosselmeier (antenato del
padrino) parte subito alla ricerca. La fa rompere al nipote ma il
giovane involontariamente (o no?) calpesta e uccide Frau Mauserinks,
che prima di morire lo trasforma in Schiaccianoci. Una notte il re
dei topi ritorna nella camera di Maria e la costringe a consegnargli
i suoi dolci e i suoi giocattoli. Lo Schiaccianoci lo uccide e Maria
riceve in dono le sette corone del topaccio. Maria segue
Schiaccianoci nel regno delle bambole, un paese fatto di dolci e
giocattoli (come nella versione che conosciamo), visita Castel
Confetto e Castel Marzapane, dove conosce le sorelle di Schiaccianoci
(la versione “famiglia allargata” della Fata Confetto). Maria
racconta del suo viaggio ai familiari, ma questi non le credono (e
come dar loro torto?). Un giorno il dottor Drosselmeier presenta agli
Stahlbaum suo nipote, un giovanotto abilissimo nel rompere le noci
coi denti (chi non lo vorrebbe come genero?). Quando il nipote e
Maria restano soli, lui le rivela di esser stato un tempo lo
Schiaccianoci e chiede a Maria di sposarlo. Lei accetta e diventa la
regina del regno delle bambole.
Capite
da soli che se Petipa avesse optato per la versione di Hoffmann altro
che due atti per una partitura di 90 minuti. Come minimo il balletto
durava 6 ore.
Adoro
Lo Schiaccianoci
perché
già dalla prima rappresentazione (18 dicembre 1892) a San
Pietroburgo sul palcoscenico danzavano gli studenti della scuola di
teatro della compagnia teatrale imperiale. E come insegnante di danza
non posso che amare un balletto che permette ai giovani futuri
ballerini di provare l'emozione del palcoscenico. Pensate addirittura
che tutti i giovani artisti ricevettero da Tchaikovskij in persona
una scatola di cioccolatini.
Inoltre
è grazie al mio coreografo preferito (George Balanchine) che divenne
popolarissimo in occidente.
Dopo
la rivoluzione russa del 1917 Lo schiaccianoci fece parte
della cosiddetta Collezione Sergeev (composta da 27 inestimabili
appunti di produzione di Petipa) e venne quindi esportato all'estero.
Ma la vera e propria popolarità arrivò dopo la versione del 1954 di
Balanchine (io sto facendo una standing ovation da sola mentre
scrivo....lo AMOOOOOO).
Di
quella versione hanno fatto anche un film nel 1993 con Macaulay
Culkin nel ruolo del principe. Mi piace vedere il bimbetto di Mamma
ho perso l'aereo ballare tutto compito ed educato.
Eccone
un piccolo estratto :
Chiaramente
la versione Disney Lo Schiaccianoci – I quattro regni con
Misty Copeland uscita nelle sale lo scorso natale è quella che tutti
si ricordano meglio.
Chissà se qualcuno farà mai una versione dalla fiaba originale di Hoffman... ne verrebbe fuori un balletto alla Tim Burton. Non so voi ma nell'attesa io mi rivedo la versione di Balanchine tutti gli anni!