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2020 e la pandemia dei corsi TIK TOK

Il 2020 sarà ricordato come l'anno della pandemia. Ma l'argomento di oggi non è il Covid. Entro ogni giorno in scuole di danza nelle quali affrontiamo un'epidemia per cui non bastano distanze, mascherine e disinfettanti. Sto parlando di TikTok! Le scuole di danza private sono subissate da richieste di mamme (e papà) che vorrebbero tanto iscrivere la loro fanciullina a un corso di questa brillante "disciplina". La sottoscritta, che vive in un mondo suo parallelo (non ho la tv in casa!), fino a qualche settimana fa manco sapeva cos'era.  Mi sono documentata. Ho scoperto su Wikipedia che è un social network nato in Cina (dove si chiama Douyin) nel settembre 2016 (ecco perché non ne sapevo nulla... nel settembre 2016 è nato il mio secondo figlio: ero impegnata!). Attraverso l'app si possono creare brevi clip musicali (max 1 minuto) con filtri ed effetti spettacolari. E' molto di moda tra gli adolescenti, alcuni dei quali sono diventati delle vere e proprie...

Il valzer dei fiori e Canova... meglio la nutella sui peperoni!

Mentre prendo il caffè al mattino mi piace iniziare la giornata leggendo le notizie online. Sono cinque preziosi minuti che mi dedico mentre i bambini sono ancora addormentati, una piccola coccola che mi fa iniziare con il piede giusto.
Oggi però il caffè mi è rimasto un po' sullo stomaco.

Cito da Milano.corriere.it :
 "Dodici giovani ballerine classiche del Centro studi Coreografici del Teatro Carcano hanno sorpreso il pubblico domenicale della mostra «Canova-Thorvaldsen. La nascita della scultura moderna», danzando sulle note del Valzer dei fiori dello «Schiaccianoci» di Ciaikovskij nella sala principale delle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo in piazza della Scala."

https://milano.corriere.it/foto-gallery/cronaca/20_febbraio_16/danza-tre-grazie-gallerie-d-italia-teatro-carcano-mostra-canova-d3993ace-50e3-11ea-a691-847c284ba0e7.shtml?refresh_ce-cp

Accostare la danza a Canova è sacrosanto. Ho scritto personalmente una tesina per un esame all'università sull'argomento. Canova adorava la danza e oltre alle tre famosissime statue delle Danzatrici ci ha lasciato un'infinità di disegni, tempere e monocromi raffiguranti danzatrici.
Il mio preferito è quello in cui si ritrae nell'atto di disegnare, mentre accanto a lui si delinea la figura di una Danzatrice, come se fosse un'emanazione del sul pensiero.


Ma stiamo parlando del 1806! Tchaikovsky non era ancora nato. La danza che Canova aveva davanti agli occhi era quella dei coreodrammi di Salvatore Viganò, le attitudes di Lady Hamilton o al massimo la perfezione esecutiva propria della danza francese e promossa da Carlo Blasis.
Di sicuro non il Valzer dei fiori de Lo schiaccianoci!
Per non parlare dei tutù indossati dalle ragazze che si sono esibite domenica. 
Ai tempi di Canova le ballerine, che era state per decenni ingabbiate in stecche di balena e in gonne sostenute da paniers, avevano adottato vesti morbide e fluenti e pettinature sciolte.
La famosa ballerina Maria Medina, moglie di Viganò, si esibiva con braccia nude, sandali ai piedi e capelli divisi in trecce raccolte intorno alla testa.



Capite bene che accostare delle ballerine in tutù e scarpette da punta a Canova è come mettere la nutella sui peperoni! Forse sarebbe stata più appropriata una coreografia contemporanea. Lo stacco sarebbe stato evidente a tutti e ora non ci sarebbero persone convinte che Canova e Tchaikovsky si conoscessero.
Ma perché non fanno studiare Storia delle Danza nelle scuole?

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